«Smoke on the water», il mitico pezzo dei Deep Purple, riassume da solo la straordinaria avventura che ha trasformato per sempre un’antica cittadina di villeggiatura. Lanciato nel 1967, il Jazz Festival ha portato a Montreux le più grandi leggende della musica, coniugando la tradizione dell’accoglienza con una cura dei dettagli molto svizzera e offrendo una libertà quasi totale accompagnata da un dolce profumo di vacanza.
Siamo nel 1967. In Svizzera arrivano solo alcuni frammenti delle effusioni jazz e dell’onda rock’n’roll che sta dilagando nei Paesi vicini. Eppure, sulla Riviera vodese c’è fermento. Claude Nobs, René Langel e Géo Voumard organizzano una serie di concerti – dando già alla manifestazione il nome che conosciamo oggi – per animare le serate del tradizionale Festival della Rosa d’oro, trasmesso in televisione. Già questo primo evento viene pubblicizzato con un manifesto sontuoso e, oltre ad avere in programma numerose jam session travolgenti nei giardini e nella piscina del Palace, viene registrato dalla televisione nazionale. Anche gli ospiti sono di altissimo livello, con star del calibro di Nina Simone, Bill Evans e Charles Lloyd, accompagnato dal pianista Keith Jarrett e dal batterista Jack DeJohnette.
Originariamente fu una manifestazione esclusivamente dedicata al jazz, ma, a partire dagli anni settanta, aprì le porte a ogni genere di musica. Oggi ospita esibizioni di musicisti di qualsiasi genere, anche se la musica jazz mantiene una parte importante nel suo programma. Nelle ultime edizioni il festival ha avuto una durata di due settimane e ha visto la partecipazione di circa 200.000 spettatori.